Pubblicazioni /
Collana Cisoi
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Negli anni della guerra fredda, l’Italia, stabilmente inserita nell’Alleanza Atlantica, e anche grazie ad essa, svolse un proprio originale ruolo in politica estera e mirò a perseguire gli interessi del paese attraverso il dialogo con il resto del mondo, cercando di instaurare rapporti internazionali basati sulla fiducia reciproca e sulla cooperazione. La scelta del dialogo e della mediazione, piuttosto che dello scontro, era legata alle concezioni che in materia di relazioni internazionali aveva la classe dirigente postfascista e alla nuova collocazione geopolitica dell’Italia dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Essa permise al paese di perseguire i propri interessi in maniera consona al suo ruolo di media potenza e di reinserirsi con successo nella comunità internazionale, aprì la strada alla ripresa economica, assicurandogli le materie prime di cui necessitava e gli sbocchi per le sue esportazioni, gli consentì di arrivare ad occupare un posto di primo piano fra i maggiori paesi industrializzati. L’atteggiamento di dialogo, mediazione e cooperazione, con cui l’Italia si pose nei confronti del resto del mondo, si manifestò i modo particolare attraverso la diplomazia multilaterale. I saggi raccolti nel volume analizzano la presenza italiana in diverse organizzazioni internazionali, dall’Unicef alle Nazioni Unite, dall’Unesco all’Unctad, dall’Ue alla Csce/Osce e il ruolo svolto dal paese nell’ambito di alcuni negoziati multilaterali economici, commerciali e finanziari. Sono inoltre presenti nel volume due lavori sulla diplomazia multilaterale della Santa Sede, che consentono, tra l’altro, di evidenziare alcuni parallelismi, di motivi ispiratori e di obiettivi, tra la diplomazia vaticana e quella italiana.